“Riprendo da dove ho lasciato per continuare a dipanare il filo… Ho sentito che Alessandro Gassman ha lanciato la proposta ai cittadini di ingaggiarsi tutti in un’opera di pulizia complessiva della città di Roma e ho anche capito che l’idea ha polarizzato l’opinione pubblica. Ecco, a mio avviso, l’iniziativa non sarebbe affatto peregrina se concepita non come un servizio allo Stato, in base al principio ormai reso ridicolo nei fatti, de “Lo Stato siamo noi”, ma proprio per dimostrare come si possa vivere anche senza (e meglio) lo Stato, perché possiamo davvero reimparare tutte/i insieme a gestire, organizzare, valorizzare la “res publica”, cioè quello che a tutti e tutte ci appartiene considerandolo un bene comune da rispettare e coltivare.
Sì, lo credo profondamente, sono ormai talmente patenti i danni materiali e morali che lo Stato sta perpetrato sulla nostra pelle che urge la necessità di un cambio, non riformando ciò che è irriformabile, ma proprio progettando nuove modalità di convivenza e di organizzazione della vita in tutti i suoi aspetti che, ovvio, non possono darsi con uno schiocco di dita, richiedono tempi lunghi ma vale la pena di tentare. Partendo dal nostro piccolo. Ad esempio, penso anche all’ambito scolastico, a questa riforma della Mala Scuola -come giustamente la definiscono i Cobas- che smantellerà la scuola pubblica per come l’abbiamo conosciuta finora, ma non certo per migliorarla, minando in particolare quel poco di spirito collaborativo e collegiale finora esistente e che là dove c’è stato, ha rappresentato un punto di forza a tutto vantaggio di bambinj/e e famiglie. Ecco, si tratterà di dar battaglia contro la competitività cui assisteremo, le chiusure, i colpi di mano del Dirigente..ma soprattutto dimostrando, senza farla facile, che un’altra scuola è possibile, sì, quella che si costruisce dal basso, che parte dalle migliori esperienze che finora si sono susseguite, ne fa tesoro e le amplia, le arricchisce tenendo conto di nuovi bisogni e dei nuovi protagonisti. E soprattutto lo fa nello scambio, nella condivisione, uniche strade di autentica crescita. Solo le relazioni portano benefici, gli individualismi nuocciono gravemente alla salute di chi li vive e di chi li riceve…
Una scuola che sappia sempre di più guardare e far entrare il “mondo” dentro le sue aule… Perché davvero i bimbi e le bimbe sappiano, anzi diventino più consapevoli (loro già lo sanno, siamo noi che abbiamo perso questa capacità di sentire) che siamo parte di un’unica specie che ci rende fratelli e sorelle su questa Terra che è di tutti/e e che se è stata frammentata è perché il potere di pochi finora ha vinto sulle grandi maggioranze, spesso defraudate di tutto.
Il mio pensiero è andato molto in questi giorni, ai fratelli e sorelle kurde che tenacemente tengono testa al mostro Isis, con una resistenza senza pari. Un popolo dimenticato che ora torna a far parlare di sé, dopo decenni di indifferenza internazionale verso i massacri inferti dallo Stato turco, che però, non dimentichiamolo, è “un patner importante negli scambi commerciali ed economici in genere”…quindi, è bene tenerselo buono. E ciò è da una vita che mi manda in bestia, popoli che vengono “immolati sull’altare” degli interessi economici e politici di un ristretto manipolo di faccendieri che hanno però in pugno le grandi maggioranze. I motivi anche solo per indignarsi, non mancano.
E in questa panoramica a sprazzi nella decadenza non si può non far due parole sugli ultimi omicidi di questi giorni, di giovani che ammazzano altri giovani per futili motivi…quando diciamo che l’uccidibilita’ sta segnando fortemente la nostra epoca e non è solo un fatto legato alle guerre, ma sta incancrenendo anche la vita quotidiana di ciascuno di noi, parliamo di una realtà con cui fare i conti, nell’intento di riaffermare la vita nei suoi valori sapendo volgere lo sguardo agli esempi migliori di scelte di Bene da Kobane come a Lampedusa, in riferimento ai volontari che tutti i giorni si impegnano per restituire un briciolo di dignità umana a chi ha attraversato il mare pieno di speranze verso un futuro migliore.
Con Miche e Mekdes stiamo seriamente valutando l’ipotesi di partire per Lampedusa la prossima estate, in un’ottica che vorrebbe trascendere il volontariato in senso stretto, ricercando una fratellanza/sorellanza sentimentale oltre che materiale. Vedremo, intanto è in cantiere.
Chiudo qui questa riflessione che pazientemente vi siete lette oppure a cui avete dato una semplice scorsa; poco importa, vi ringrazio lo stesso per il tempo che mi avete dedicato e spero di rafforzare presto dal vivo i vari aspetti che qui ho toccato.
Avevamo detto la prima settimana di agosto, vediamo un po’ se la facciamo andare in porto…
Vi mando un caro abbraccio, buon proseguimento di estate, Cri”
Fine seconda parte…